Il tenue e insistente
rumore di una cascatella di acqua lurida accompagnò per qualche metro i passi
di Ceano, lungo il vicolo sporco e maleodorante. Si stava muovendo lentamente,
ben attento a non incappare in qualche guaio o, peggio, in una pattuglia pontificia.
Non sapeva proprio come avrebbe potuto giustificare la sua presenza nelle parti
più degradate di Nuova Roma, dove solo i rifiuti della società osavano vivere.
Arrivò ad una svolta,
il vicolo dietro a questa proseguiva diritto, e in lontananza l'immagine della
basilica si presentò ai suoi occhi. Sorpreso dall'apparente vicinanza non si
avvide di una donna, forse ancora giovane, dal viso smunto e sporco e dai
capelli già grigi, infagottata in un mucchio di stracci che sembravano a
malapena proteggerla dal freddo di quelle giornate di novembre. Era riversa sul
selciato carico di immondizie, dormiva o forse era sotto l'effetto di qualche
sostanza scelta tra quelle che generosamente venivano distribuite gratuitamente
tra i reietti per spezzare il loro spirito. Quando Ceano la urtò ella parve
risvegliarsi dal suo torpore. Fissò per qualche attimo, stranita, l'uomo che
l'aveva destata, sorpresa forse dai suoi abiti, inconsueti per quei luoghi. Ceano
fu disturbato da quello sguardo vuoto e inespressivo, e da tutto quello che
esso rappresentava; il disagio di quei luoghi, che sospettava esistessero in
ogni città del mondo occidentale, così in contrasto con il lindo e ordinato universo
di quelli che, come lui, si erano adattati ai dogmi imposti dall'autorità pontificia,
gli dava la nausea.
Si allontanò quasi di
corsa, chiedendosi per la millesima volta cosa lo avesse spinto fino a quel
punto. Ripensò a Gaia, che, fidandosi di lui, gli aveva parlato per la prima
volta di qualcosa che, sosteneva lei, avrebbe potuto rovesciare il governo
pontificio, spezzare le catene di oppressione e di terrore che, travestite da
vincoli di fede, stringevano l'Europa e le Americhe, far rinascere gli ormai
perduti ideali di libertà e tolleranza. Ceano quella volta l'aveva trattata come
una stupida sognatrice, ma forse una strana luce nei suoi occhi aveva fatto
capire che le parole della giovane erano cadute su di un terreno fertile; anch'egli
mal sopportava l'ossessivo controllo imposto dall'autorità pontificia, le
guerre razziali volute dal governo di Nuova Roma e diffusesi poi in tutto il
mondo occidentale, la repressione delle libertà che era opera del sacro
ufficio, noto ai più con il sinistro nome di inquisizione. E ora Gaia, se era
ancora viva, era proprio nelle mani del sacro ufficio.
Ceano ripensò
all'ultima volta in cui l'aveva vista; anche se non pareva, erano trascorsi
soltanto pochi giorni. Era arrivata all'improvviso nel suo appartamento, dopo
essere scomparsa all'improvviso due mesi prima, senza dare alcuna notizia di se.
Piangeva, chiedeva aiuto, ospitalità solo per una notte; Ceano non avrebbe mai
potuto negargliela, incurante di tutti i rischi che poteva correre. E fu quella
sera che lei gli parlò del libro, del libro che avrebbe potuto cambiare le vita
di ogni uomo; nei suoi occhi brillava un fuoco che fece vibrare l'anima di
Ceano. Gli parlò di uomini e donne che, radunandosi nei quartieri desolati di
Nuova Roma, custodivano il libro e diffondevano il suo messaggio. Quando Ceano
provò a chiederle qualcosa di più sul messaggio del libro, ella si limitò a
sorridere e a addormentarsi.
Come nei peggiori
romanzi, la mattina se ne era andata. Ceano si destò dallo scomodo giaciglio di
fortuna su cui si era assopito solo per vedere il letto vuoto ed udire rumori
provenire da fuori. Solo uno sguardo fuori dalla finestra confermò le sue
paure; una ragazza che, inseguita da una pattuglia pontificia, tentava
disperatamente e senza successo di fuggire. Ma Ceano aveva, da quel momento,
capito che voleva comprendere cose desse tanto ardore a quella ragazza; voleva
sapere se c'era una possibilità di sottrarsi al grigiore di quell'esistenza
racchiusa tra il dovere verso la società e la devozione verso il potere, voleva
sapere se davvero qualcuno stava combattendo per quell'ideale proibito chiamato
libertà, voleva capire quale era il messaggio del libro. E nei giorni
successivi iniziò a raccogliere informazioni, partendo dalle poche parole che
Gaia gli aveva lasciato, prima tra i suoi colleghi, e tra gli abitanti dei
bassifondi poi, preoccupandosi ben poco di non sollevare sospetti. Ed ora era
giunto fino a quel luogo, cercando un'abitazione che gli era stata solo
vagamente descritta, e conscio che non poteva più tornare indietro.
Un ombra di qualcosa
sopra di lui riscosse Ceano dai suoi pensieri, facendolo sobbalzare. Un aeromobile
della guardia pontificia passò a pochi metri dal suolo. Era troppo tardi per
cercare un riparo, e Ceano rimase paralizzato fino a quando non vide il mezzo
volare verso nord. Non parevano averlo degnato di uno sguardo. In quel momento
Ceano si rese conto che aveva paura.
Riprese a camminare
lentamente, cercando di calmare l'affanno e scacciare quell'odiosa sensazione
di oppressione che provava in quel momento. I tortuosi vicoli che lo
circondavano parevano ognuno uguale all'altro, identici nella lordura che li
ricopriva e nella cupezza degli alti edifici ormai quasi abbandonati che solo
in pochi angoli permettevano alla luce del sole di raggiungere il suolo. Ceano
era convinto di essersi perso, ormai quasi sicuro che non avrebbe mai trovato
la sua meta in quel dedalo, quando ad un tratto si accorse che una deviazione
alla sua sinistra portava ad un edificio che poteva corrispondere alle
descrizioni che aveva avuto. Quasi senza accorgersene accelerò il passo in quella
direzione fino a varcare l'ingresso per trovarsi in un cupo androne; fece
appena a tempo ad accorgersi dei due uomini che gli si erano parati di fronte
prima di sentire un colpo sulla tempia e perdere conoscenza.
Fu destato dal suono di
due voci. Era disteso su di un letto reso troppo morbido dal tempo per essere
comodo e la testa gli doleva per il colpo ricevuto. Il fitto dialogo in tono
sommesso continuava oltre la porta che chiudeva la piccola stanza in cui era
stato portato. Ceano riusciva a carpire solo qualche brandello di frase, e da
questi gli parve di capire che qualcuno voleva, per qualche motivo, incontrarlo
e che questo era l'unico motivo per cui non era stato abbandonato in qualche
parte lontana dei bassifondi.
Inspirò profondamente, cercando
di controllare il dolore; notò una brocca d'acqua accanto a lui, la prese e
bevve in abbondanza. Le due voci s'interruppero e a Ceano parve di cogliere il
rumore di passi che si allontanavano; forse i suoi movimenti erano stati uditi.
Passarono solo pochi
momenti prima che la porta si aprisse. La ragazza sulla porta era evidentemente
di sangue misto, e solo questo ne faceva una reietta in quella società. Non era
priva di una certa bellezza, ma Ceano fu colpito della pace che traspariva dai
suoi occhi, dal suo sguardo simile a quello che aveva Gaia quella sera a casa
sua. La ragazza si sedette vicino al suo letto dicendo: «Salve, Ceano. Come ti
senti?».
«Ho visto giorni
migliori», rispose lui, alzando le spalle, «ed accoglienze migliori.»
«Mi scuso per quello
che hai dovuto passare, ma di questi tempi non possiamo fidarci di nessuno. A
proposito, io sono Ilenia.»
«Il mio nome lo sai
già... evidentemente mi avete perquisito. In ogni modo vi capisco.
«Stavi parlando nel
sonno prima... gli ultimi giorni devono essere stati pesanti per te». Anche il
tono della sua voce infondeva pace.
«Lo sono stati.»
«Hai nominato Gaia più
volte. La conosci?»
«perché? Voi la
conoscete?», chiese lui con tono concitato.«
Sì, è una di noi e
stava facendo da staffetta fra noi e dei nostri confratelli in un altra parte
della città. Hai notizie recenti di lei? Sai cosa le è accaduto e perché non si
è più fatta viva?»
«Era venuta da me per
nascondersi ma le è servito a ben poco. Ha tentato di fuggire per non mettermi
nei guai, ma è stata catturata subito dopo.»
Lo sguardo di Ilenia si
velò di tristezza mentre lei diceva: «Povera, cara Gaia. Verrà il giorno in cui
tutto questo finirà. Ma dimmi, Ceano, cosa stai cercando? perché sei venuto fin
qua?»
«Non so nemmeno io di
preciso. Forse pensavo di doverlo a Gaia, o forse perché volevo capire cosa l'aveva
spinta a mettersi contro l'autorità pontificia. E volevo anche sapere cosa era
questo libro tanto potente.»
«Già, durante il sonno
hai nominato anche il libro. E' stata Gaia a parlartene, vero?»
«Sì, me ne ha parlato
come del libro che potrebbe cambiare il mondo come lo conosciamo e renderlo un
posto in cui valga la pena di vivere, ma non mi ha detto niente di più.»
«Neanch'io ti dirò
niente di più, ma ti farò parlare con qualcuno che ha deciso di fidarsi di te e
che ti spiegherà molte cose. Te la senti di alzarti?»
Ceano annuì e
lentamente si levò in piedi, reprimendo la fitta che lo prese alla testa. Poi i
due lasciarono la stanza.
Un uomo di mezz'età li
stava aspettando in una stanza quasi priva di arredamento; egli stesso sedeva
per terra, a gambe conserte e altri due giovani stavano in piedi, ad occhi
socchiusi. Accanto ad un vecchio tavolo, sopra un leggio, Ceano notò un piccolo
libro consunto dal tempo. L'uomo si accorse dello sguardo di Ceano e disse: «Ecco
quello che cercavi.»
«Me lo immaginavo
diverso, non così comune...»
«Il valore di un libro
si misura dalle parole che contiene. A proposito, puoi chiamarmi Giona.»
«Cosa ha di particolare
questo libro? Quale è il suo messaggio?»
«Questo libro contiene
la verità, e sarà in grado di spezzare le menzogne con cui l'autorità
pontificia sta ingabbiando il mondo intero. Ma andiamo con ordine; sedetevi.»
Ceano e Ilenia si sedettero,
e Giona riprese a parlare: «Tutto iniziò dopo la grande guerra. In quegli anni
la chiesa, fino ad allora guida spirituale del mondo occidentale, prese su di
se l'incarico di fare da tramite diplomatico per portare a compimento il
processo di pace. Questo le diede potere, ed il potere, si sa, corrompe. La
chiesa, che nel corso dei secoli aveva rinunciato lentamente al potere
temporale che deteneva nel lontano passato, se lo arrogò nuovamente.
«In quei giorni la
libertà pareva il bene più grande che un uomo potesse avere e questo fu il più
grave ostacolo che la chiesa dovette superare nel diventare quello che è
adesso. Fu messo al bando tutto quello che poteva spingere l'uomo ad aspirare
ad ideali che la chiesa non condivideva. In particolare furono messi al bando
molti libri ed il primo di questi era il libro che oggi noi possediamo.
«Esso è pericoloso in
due modi. Da una parte insegna un modo di vivere completamente diverso da
quello che ci è stato insegnato dai precettori, e dall'altro esso svela in
pieno gli inganni ed il sommo tradimento di coloro che tengono in pugno il
mondo occidentale, stretto tra la repressione dei pensieri e la paura delle
pattuglie pontificie e del sacro ufficio, in cui è reputata giusta una vita fatta
di obbedienza e modeste aspirazioni.»
Giona stava per
continuare quando un uomo entrò di corsa gridando: «Stanno venendo da questa
parte, ci hanno scoperto... fuggiamo!»
Il terrore esplose nell'edificio.
Il sordo rombo degli aeromobili della polizia pontificia era ora chiaramente
udibile e si sentivano crepitare i primi colpi delle loro armi.
«Presto», disse Giona
riprendendo in mano la situazione, «dobbiamo soprattutto salvare il libro.
Dobbiamo fuggire in direzioni diverse. Qualcuno cadrà, ed altri saranno salvi.
E speriamo che il libro non cada in loro mano. Ilenia, prendilo tu. E tu,
Ceano, vai con lei e cerca di proteggerla.»
«Ma potrebbe essere
stato lui a tradirci», provò ad obbiettare uno degli uomini.«Dobbiamo rischiare.
Ceano fino ad ieri era un membro rispettato della società, e per questo è la
persona adatta per far sì che il messaggio del libro si diffonda. Ora cerchiamo
di lasciare questo posto.»
Fuggirono. Corsero disperatamente
per ore ed ore. Ilenia portava con se il libro, proteggendolo come se fosse la
cosa più importante del mondo, e forse lo era. In più di un'occasione
credettero di essere braccati ma i vicoli della periferia li protessero.
Arrivarono quasi sul limitare di Nuova Roma prima di trovare una casa
abbandonata dove riposarsi per quella notte.
Ilenia, gettandosi su
di un giaciglio improvvisato, esausta, si addormentò quasi subito. Il sorriso
sul suo volto ricordava quello di Gaia.
Ceano era troppo teso
per dormire. Prese il libro; ancora non ne aveva letto una sola riga. Lo aprì
in un punto a caso ed iniziò a leggere: “In principio era il Verbo, ed il Verbo
era presso Dio, ed il Verbo era Dio...”